Bioaerosol, procedura sperimentale Inail determinazione spore fungine
ROMA – Rischio biologico. Pubblicato da Inail un volume nel quale descrive una procedura sperimentale ideata per la determinazione quantitativa di spore fungine in atmosfera. Un pubblicazione che oltre a presentare informazioni tecniche sulla procedura sperimentata, raccoglie indicazioni in merito al fenomeno chiamato bioaerosol e a rischi biologici negli ambienti di lavoro outdoor e indoor.
Il bioaerosol è tecnicamente un sottoinsieme del materiale particolato atmosferico ed è sostanzialmente “il complesso di particelle solide sospese nell’aria provenienti da organismi biologici”, e microorganismi. Ovvero virus, batteri e funghi, quindi pollini e peli di animale.
Vari sono i settori lavorativi soggetti ai rischi derivanti dal bioaresol. Gli ambienti dove vengono prodotti o smaltiti materiali biologici o dove si producono enzimi microbici: trattamento rifiuti, depurazione, aziende agroalimentari, aziende farmaceutiche, industrie di detersivi, laboratori di ricerca biologica. Quindi lavorazione filati e tessuti, ospedali e laboratori per procedure post mortem o chirurgiche, legname e mobili, alimentari e zootecniche; i luoghi pubblici affollati come scuole uffici e centri commerciali.
Per quanto riguarda le conseguenze sulla salute umana, i rischi più frequenti sono bronchiti e malattie polmonari ostruttive, riniti allergiche e asma, irritazione di membrane e mucose.
La procedura sperimentale descritta da Inail ha analizzato in particolare la diffusione di funghi e spore fungine. Nel dettaglio obiettivo della ricerca è stata la diffusione quantitativa, individuare un metodo capace di rivelare una presenza generica delle entità microbiche, che affianchi i metodi di valutazione della biocontaminazione che prevedono l’analisi al microscopio dei microorganismi.
Il metodo sperimentale è stato centrato sull’estrazione e sull’analisi dell’ergosterolo, un “costituente della parete cellulare di spore fungine, quale indicatore della loro presenza in atmosfera”. “Il metodo proposto dal Dit dell’Inail, basato sullo studio della concentrazione di ergosterolo, se utilizzato in maniera continua in ambiti lavorativi, darebbe indicazioni sull’andamento e sulle variazioni della concentrazione di spore fungine aerodisperse sia viable che non-viable. Tali studi, condotti in parallelo con analisi epidemiologiche, potrebbero correlare l’insorgenza delle malattie respiratorie con la salubrità dell’ambiente lavorativo e fornire informazioni riguardo alle misure da adottare a tutela della salute dei lavoratori”.