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01 Ott

Infortuni ed emergenza sicurezza: quali saranno i futuri provvedimenti?

La questione delle morti sul lavoro assume sempre più i contorni di una strage continua. C’è l’esigenza di prendere provvedimenti immediatamente, entro la settimana prossima. E poi affronteremo i nodi irrisolti”: queste espressioni che parlano di “strage continua”, una terminologia quasi inusuale da parte di un presidente del Consiglio, sono di Mario Draghi durante la conferenza stampa successiva ad un recente Consiglio dei ministri.

 

Il presidente del Consiglio ha espresso anche il più sentito cordoglio “per i morti sul lavoro che ieri e oggi hanno funestato l’ambiente e la società” mostrando, al di là del conteggio numerico degli infortuni mortali, che la situazione è preoccupante. E questa preoccupazione potrebbe preludere ad una accelerazione, dopo il lungo immobilismo di questi anni, verso nuove misure in materia di tutela della salute e sicurezza.

 

Per questo motivo cerchiamo oggi di fare il punto della situazione attuale, anche con riferimento a qualche dato in materia di infortuni, tentando di comprendere cosa potrà accadere nei prossimi giorni o nelle prossime settimane.

 

La situazione degli infortuni mortali in soli due giorni

Cerchiamo di partire dalla situazione “emergenziale” relativa al numero insolitamente alto di infortuni mortali di questi ultimi giorni. Secondo quanto riportato dai media e dalle agenzie più di 10 tra il 28 e il 29 settembre.

 

Si parla, ad esempio, di cadute dall’alto nelle attività edile di ristrutturazione, di crolli di solai, balconi e impalcature, sempre in edilizia. Si fa riferimento ad infortuni mortali con mezzi di lavoro, ad investimenti nei cantieri autostradali durante il posizionamento della segnaletica, a incidenti con trattori agricoli. Tutti eventi incidentali che ricalcano spesso dinamiche conosciute e da noi frequentemente raccontate in relazioni a precedenti infortuni.

 

Come ricorda spesso Marco Bazzoni, operaio metalmeccanico toscano e rappresentante dei lavoratori per la sicurezza, se si parla di morti di lavoro è tuttavia anche necessario ricordare che dietro i dati ci sono la sofferenza, le persone e le famiglie. E ci sono dei nomi.

 

Riprendiamo alcuni nomi delle vittime di questi giorni:

  • Emanuele Zanin 46 anni e Jagdeep Singh 42 anni, operai
  • Leonardo Perna, 72 anni, titolare di un’officina meccanica
  • Giuseppe Costantino, autotrasportatore di 52 anni
  • Valeriano Bottero, operaio di 52 anni
  • Massimo Malfatti, imprenditore agricolo di 54 anni
  • Pietro Vittoria, operaio di 47 anni
  • Benito Branca, operaio di 42 anni
  • Fabrizio Pietropaoli, operaio di 47 anni
  • Andreas Prossliner, agricoltore di 59 anni.

 

Siamo di fronte ad una emergenza in materia di sicurezza sul lavoro?

Gli infortuni mortali lavorativi in Italia non sono mai stati pochi.

 

Riprendiamo, a questo proposito, una tabella presa da un documento Inail del 2019 e che ricorda l’andamento degli infortuni mortali e dei relativi riconoscimenti dal 2014 al 2018:

 

 

Se possiamo segnalare che le denunce di infortuni con esito mortale nel 2019 sono state 1.156, in calo dell’8,5% rispetto al 2018, è difficile, invece, fare raffronti con il 2020 o il 2021 in relazione all’impatto del virus SARS-CoV-2 sul mondo del lavoro: molti lavoratori sono morti per COVID-19 e molte aziende hanno dovuto modificare, in risposta ai limiti imposti dalle normative emergenziali, la propria organizzazione di lavoro, ad esempio riducendo gli spostamenti dei lavoratori.

 

In particolare nel 2020:

  • gli infortuni sul lavoro denunciati all’Inail nel 2020 sono stati 571.198, in calo dell’11,4% rispetto ai 644.993 del 2019 (circa un quarto relativi a contagi da Covid-19);
  • le denunce di infortunio sul lavoro con esito mortale sono state 1.538, in aumento del 27,6% rispetto ai 1.205 casi mortali denunciati nel 2019 (circa un terzo riguarda decessi causati dal Covid-19).

È bene poi ricordare che nei primi otto mesi del 2021 le denunce di infortuni sul lavoro sono aumentate circa dell’8% rispetto allo stesso periodo del 2020. Mentre gli infortuni mortali hanno avuto un calo di oltre il 6%. Ma questi rimangono dati difficilmente comparabili con gli anni precedenti perché ancora influenzati dalla pandemia.

Se poi non temiamo conto del 2020 e 2021 si può solo rilevare che dal 2015 al 2019 si assiste ad un sensibile calo degli incidenti mortali sul lavoro.

 

Quanto è avvenuto in questi due giorni è il segno di un’emergenza nuova? La morte di dieci lavoratori in due giorni è solo un picco relativo ad una media, sempre troppo alta, di tre infortuni mortali giornalieri?

Difficile a dirsi.

 

Il problema non è domandarsi se questa a cui stiamo assistendo è un’emergenza o meno, ma chiedersi se si può fare qualcosa per ridurre il numero degli infortuni mortali, degli incidenti piccoli e gravi e delle malattie professionali contratte.

E la risposta, come ricordato nei nostri articoli, è : le strategie di prevenzione di infortuni e malattie possono e devono essere migliorate. E se parlare di emergenza o di strage può essere utile ad accelerare la ricerca di soluzioni, va benissimo.

 

Le soluzioni prospettate e i possibili prossimi provvedimenti

Veniamo dunque all’ultimo punto da trattare, quello relativo agli incontri, agli intenti e alle possibili soluzioni prospettate.

 

Come ricordato anche dal nostro giornale (“ Morti sul lavoro: Governo e sindacati avviano dialogo”), nei giorni scorsi il presidente del Consiglio ha incontrato, alla presenza dei Ministri della Pubblica Amministrazione e del Lavoro, i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil per affrontare il tema della salute e sicurezza sul lavoro.

 

Nel corso dell’incontro sono stati individuati alcuni interventi.

Ad esempio si è parlato della razionalizzazione delle competenze in materia di attività ispettiva. E riguardo a questo importante elemento, e ad altre utili indicazioni sulle soluzioni, rimandiamo  alla lettura dell’articolo “ Emergenza sicurezza sul lavoro: cosa fare nell’immediato?”.

 

Ma si è dissertato anche del potenziamento dell’apparato sanzionatorio, della sospensione, fino alla messa in regola, delle attività che violano le norme sulla sicurezza, del miglioramento del sistema di formazione di lavoratori e imprenditori, della creazione di una banca dati unica per infortuni e sanzioni applicate.

 

 

Forse la differenza rispetto ad altri incontri, che spesso sono state ricche di “dissertazioni” che sono rimaste solo buoni intenti, è la dichiarata urgenza di arrivare a dei provvedimenti in breve tempo, proprio a partire dalle suddette parole d’ordine a cui abbiamo accennato (“emergenze” e “stragi continue”) relative agli incidenti mortali degli ultimi giorni.

 

Si parla addirittura di provvedimenti che potrebbero essere varati già la settimana prossima e di un possibile decreto. E poi di un futuro piano più ampio e strutturale. Ma qui stiamo parlando di ipotesi che devono ancora essere confermate o, per lo meno, rese concrete.

 

Può darsi che la cosa utile, al di là della bontà e dei tempi dei provvedimenti, come indica lo stesso presidente del Consiglio, è che sia stato fissato in questi giorni un fattivo “metodo di lavoro”.

 

Speriamo sia un metodo veramente produttivo.